domenica 24 ottobre 2010

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Investitore SI, investitore NO?

Nelle ultime settimane, la domanda più frequente che ho ricevuto è stata se conviene o meno cercare un investitore, oppure se conviene andare avanti da soli, con le proprie forze. Credo che sia impossibile rispondere in maniera categorica con un “SI, conviene” oppure “NO, non conviene”, dipende da tanti fattori.

Premesso che questo argomento è stato già affrontato, in parte, in questo post, di qualche mese fa, adesso cercheremo di capire i vantaggi e gli svantaggi di avere un investitore.

Grazie ad internet, oggi è possibile fondare una startup che offre un servizio online, senza avere costi eccessivi. Se i founder sono due tecnici, possono sviluppare la piattaforma da soli, un dominio costa (esagerando) 20 euro all’anno, aprire la società ha un costo variabile che va dalle 300 sterline circa per una LTD, ai 3000 dollari per aprire una INC negli USA (forse anche meno), fino ai circa 10.000 euro per una SRL in Italia (non tutti da versare subito) [in merito: post1 e post2].

Insomma, se non volete aprire subito una società, con meno di 100 euro potete far partire la vostra startup WEB! (In merito vi consiglio di leggere questo post su thestartup.eu)

Una volta sviluppato il servizio, iniziate a promuoverlo...e se piace: BOOM!

Milioni di utenti, da tutto il mondo, ogni giorno accedono al vostro servizio e lo promuovono. Pochi mesi dopo, una grossa realtà del web vi contatta perchè ha deciso di acquisirvi, per la modica cifra di 10M di dollari!!!! Dopo la due diligence, firmate il contratto e diventate, di colpo, ricchi, famosi e con un lavoro da manager in una azienda famosa a livello mondiale.
Eh si, perchè, se non lo sapevate, quando una società acquisisce la vostra, non vi da i soldi e vi saluta..ma, come minimo, vi bloccherà due anni per lavorare per loro, dentro la vostra stessa società, per trasmettere tutto il vostro know-how ai loro tecnici.

Questo è il caso ideale...credo che ve ne siate già resi conto!


E’ il caso in cui i founder fanno tutto da soli, lo fanno bene, velocemente e monetizzano subito la loro idea..senza grossi intoppi. Un altro possibile finale, oltre l’acquisizione, potrebbe essere che le vendite del vostro servizio (magari con modello freemium) vanno talmente bene che fatturate milioni di dollari, in poco tempo.

In entrambi i casi parliamo di casi ideali, molto difficili da realizzare...ma, comunque, non impossibili!

Vediamo, invece, un caso medio: i founder non sono tecnici, è la prima volta che affrontano l’esperienza startup e...non sanno neanche da dove iniziare :)
In un caso come questo, assimilabile a quello in cui i founder sono tecnici, il primo problema è sicuramente quello economico.

Avete una idea, ci credete, per realizzarla dovete lavorarci tutto il giorno e tutti i giorni...come vi mantenete?

In questo caso, le soluzioni sono sempre le stesse:
- La famiglia vi supporta
- Fate un altro lavoro e solo la sera ed il fine settimana potete dedicarvi alla vostra startup (tanti hanno fatto così e con successo)
- Trovate qualcuno che vi finanzia
- Altre soluzioni fantasiose

Questo è sicuramente il principale motivo per cui una startup si affida e chiede aiuto ad un investitore!

Anche io, con Ibrii, per i primi mesi mi sono affidato alla famiglia ma, successivamente, ho provato a cercare (ed ho trovato) un investitore, perchè volevo crescere più velocemente e avere maggiori garanzie anche per il futuro.

In genere, per un novizio, come lo ero io, oltre al denaro, serve anche un altro importante aiuto..l’esperienza!

Vi consiglio di non sottovalutare mai questo fattore, perchè vi accorgerete troppo tardi di aver fatto degli errori che vi possono costare tanto, solo perchè inesperti e alle prime armi. Se leggete il libro Founders at Work, vi renderete conto che la maggior parte dei founder che hanno avuto successo, hanno prima lavorato per anni in altre aziende, hanno imparato e, solo dopo, hanno provato a fondare la propria startup.

Per quello che è stata la mia esperienza, posso dirvi che lo scotto di essere inesperti, prima o poi, lo pagherete. Chi non paga il dazio esperienza è perchè ha già lavorato per anni in un ambiente simile, quindi ha imparato a non commettere certi errori.

Il fattore esperienza è sicuramente un altro motivo per cui è importante avere un investitore che sia esperto del vostro mercato/settore, oltre a uno o più advisor che hanno già vissuto il vostro percorso.

Che si tratti di un angel, di un seed investor o di un grosso VC, in tutti i casi si tratta di persone che affidano a voi i loro soldi..per cui, è nel loro interesse aiutarvi e consigliarvi al meglio.

Il vostro compito sarà, allora, capire quali consigli seguire e quali scartare!

Non è detto che siano sempre consigli corretti...ma, saper capire quali seguire e quali scartare, è una capacità che si acquisisce solo con l’esperienza :)

Quando avete una startup, un elemento fondamentale per la vostra crescita è il network, ovvero la rete di conoscenze, amicizie e rapporti lavorativi e di business che riuscite a creare. Più il vostro network sarà ampio, potente e differenziato e più possibilità avete di risolvere prima e meglio i vostri problemi e di arrivare dove vi siete prefissi in partenza.

Questo è un altro ruolo importante dell’investitore, spesso un ruolo messo in secondo piano...erroneamente.

Oltre a darvi soldi e consigli, il vostro investitore, dovrebbe aiutarvi ad ampliare il vostro network e ad introdurvi alle persone giuste al momento giusto. Credo che, prima di scegliere un investitore piuttosto che un altro, sia giusto informarsi quale potrà esservi più utile dal punto di vista del networking...insomma, quale è quello più “agganciato”??

In base alla mia esperienza, questi sono i motivi principali per cui una startup potrebbe decidere di affidarsi ad un investitore:

- Soldi
- Esperienza/consigli
- Network

Ovviamente, però, tutto ha un prezzo! Un investitore non è il buon samaritano, anche lui è una persona che vive di business e se decide di investire nella vostra idea è perchè ci vede delle potenzialità nel futuro...ovvero, domani potrà recuperare N volte il suo investimento inziale (almeno questa è la speranza)!

Per cui, quando decidete di far entrare un investitore nella vostra società, è vero che all’improvviso il conto in banca aumenta..ma è anche vero che perdete, non solo quote della società (dipende da come viene fatto l’investimento, ma, in ogni caso, se le cose vanno bene, prima o dopo dovrete cedere delle azioni), ma anche potere decisionale.

Dopo aver firmato il contratto di investimento, non sarete più solo voi founder a decidere le sorti della startup, ma anche il vostro investitore avrà voce in capitolo.
Quindi, prendere dei finanziamenti da un lato aumenta le vostre possibilità di successo ma, dall’altro, vi priva della libertà decisionale.

Per mitigare questo effetto “collaterale”, vi consiglio, prima di tutto, di capire bene chi è il vostro investitore (è una persona con cui si può discutere oppure è un “dittatore”?), di fare molta attenzione a quello che firmate (term sheet e contratto di investimento, opppure convertible note), di negoziare sempre (non dite mai sempre “SI”, solo perchè loro vi danno i soldi), di dimostrare con le parole e con i fatti che voi siete gli imprenditori e che siete in grado di gestire le sorti della VOSTRA startup.

Insomma, fatevi rispettare sin dal primo giorno!

In genere, dopo aver trovato un accordo, il rapporto founder – investitore/i dovrebbe essere un rapporto disteso, di collaborazione e di sforzi comuni. In fondo, entrambi avete lo stesso obiettivo: guadagnare tanto con la vostra idea!

Ad oggi, posso tranquillamente affermare che in Gianluca Dettori e in tutto il gruppo di dPixel, ho trovato quella complicità e quel rispetto reciproco che servono per portare avanti, in tranquillità, la propria startup.

Spero di avervi dato un quadro completo sulla questione “investitore SI, investitore NO”.

Prima di prendere qualsiasi decisione affrettata, riflettete per capire se avete tutte le carte per giocare da soli la partita o se vi serve un alleato!

A presto, Stefano Passatordi