venerdì 11 giugno 2010

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Lean Startup


Negli ultimi post abbiamo parlato del Customer Development Model, focalizzando l’attenzione sui due punti iniziali e più importanti del modello: Customer Discovery e Customer Validation. Su queste due fasi si basa il processo iterativo che dovrebbe terminare con un prodotto di “sicuro” successo.
Le ultime due fasi del modello, Customer Creation e Company Building sono elementi standard del processo di sviluppo di una azienda e, quindi, non verranno trattati (per i più curiosi: alla fine del post trovate tutti i riferimenti per ulteriori approfondimenti).

Un completamento, o se volete, una evoluzione, del CDM è il modello della Lean Startup introdotto da Eric Ries, un giovane imprenditore e venture advisor californiano.

Il nome del modello dice tanto, “lean” in inglese vuol dire magro, snello. Parliamo, quindi, di un modello che prevede un burn rate molto basso, ovvero le spese ridotte al minimo.
La sfida è quella di fondare, sviluppare e portare al successo una startup, avendo a disposizione un capitale minimo, cercando di concentrare le forze solo negli aspetti in cui realmente vale la pena investire tempo e denaro.

Sicuramente una sfida non facile, ma neanche impossibile. La maggior parte delle startup inizia con un capitale bassissimo, molte, però, si perdono per strada perchè non riescono a focalizzarsi solo sui punti cruciali del loro servizio e del relativo business.
In pratica, spesso le startup falliscono perchè investono male il loro tempo ed il loro denaro.

Lo scopo di questo modello è proprio quello di insegnare ai fondatori di una startup come e quando investire al meglio le poche risorse a disposizione.

Essenzialmente le regole di base sono:

1) Utilizzare sempre e solo software open source e free.

2) Durante lo sviluppo utilizzare l’agile development.

3) Tante iterazioni ma brevi e guidate molto dal feedback degli utenti.

Non vi ricorda nulla tutto questo?...è evidente che tutti i concetti di cui abbiamo discusso fino ad ora, nei precedenti post, minimum viable product (MVP), agile development e customer devolopment model (CDM), sono condensati nel modello della Lean startup.

Dovete sviluppare il vostro MVP sfruttando software free, sviluppando in maniera veloce (agile development), iterativa ed ascoltando sempre l’utente (CDM).

Ed ecco che il cerchio si chiude e tutto adesso dovrebbe risultare più chiaro.

MVP + Agile + CDM = Lean Startup Model = Low Burn Rate + Rapid Development + High Market Success

Questa è l’equazione finale che tutte le moderne startup dovrebbero seguire, pur disponendo di importanti capitali. Infatti, una startup lean, non solo punta a bruciare meno capitale possibile, ma cerca di abbracciare, il più possibile, le esigenze del mercato, grazie alla massiccia interazione con i customers.

Se fate attenzione a tutto il percorso fatto fino ad ora, attraverso le nuove teorie del web 2.0 (forse 3.0 ?!), vi renderete conto che per ogni passo, che una start compie, ci sono delle regole o consigli da seguire:

- Sviluppo prototipo/prodotto: MVP + agile

- Posizionamento prodotto e mercato di riferimento: CDM -> Customer Discovery

- Validazione mercato e vendita: CDM -> Customer Validation

Il tutto immerso in una mentalità lean, ovvero il massimo rendimento con il minimo sforzo.

Individuare i punti cruciali su cui intervenire, intervenire subito ed in maniera iterativa, usando strumenti gratuiti e basandosi sempre sul feedback dell’utente.
Questo è il modello delle Lean startup in generale, ovviamente, poi va applicato ai casi specifici e, quindi, le cose possono cambiare.
Ad esempio, non tutte le startup offrono servizi che possono essere erogati tramite prodotti gratuiti, in questo caso, allora, si potrebbe pensare all’outsourcing come sistema per bruciare meno capitale.

In pratica, siate snelli, siate veloci ed ascoltate il parere della gente!

Purtroppo, con Ibrii non abbiamo sempre seguito questa filosofia, spesso abbiamo perso tempo e risorse per implementare funzionalità che nessuno aveva mai richiesto, ma a noi sembravano utili.
E’ la cosa peggiore che potete fare, perdere tempo e soldi su qualcosa che nessuno userà e che, anzi, potrebbe solo creare problemi di manutenzione e portabilità. Purtroppo, questo accade quando, durante la fase iniziale, di progettazione e sviluppo, il team si chiude a riccio senza ascoltare il mondo esterno!

Per fortuna gli errori servono a crescere. Adesso, infatti, usiamo tantissimo il feedback degli utenti e cerchiamo di capire quali sono le ultime tendenze web che il popolo di internet reclama.

Secondo il mio modesto parere, il Customer Development Model ha rivoluzionato il modo di concepire il concetto di startup, più in generale di servizio offerto. In precedenza, il modello dominante era quello basato sul prodotto, Product Development Model, con tutte le conseguenze che abbiamo analizzato in precedenza.
Con l’introduzione del modello basato sul “customer”, le cose sono radicalmente cambiate.
Non si da vita ad un prodotto se non si è sicuri che ci sia il mercato e che vengano soddisfatte le esigenze degli utenti stessi.
In pratica, una buona startup dovrebbe costruire un servizio su misura per i propri utenti senza cercare di accontentare il mondo intero. Fate una cosa ma fatela bene.

LESS IS MORE!

Alla prossima!

Stefano Passatordi