mercoledì 2 febbraio 2011

// //

Startup e outsourcing

Uno dei principali ostacoli che deve affrontare una startup è la mancanza di cassa. Non avere i fondi necessari può voler significare non partire mai, oppure partire zoppicando ed essere costretti ad arrangiarsi.

In una situazione ideale, con cassa infinita, ogni startup dovrebbe avere: sviluppatori, esperti di user interaction, grafici, ingegneri, sistemisti, maghi del marketing, addetti alle vendite e bla bla bla.

Dimenticavo un particolare, ovviamente…tutti assunti!

Cosa avviene, invece, nel caso reale???

Nei casi fortunatissimi, la startup può contare su almeno due founder con competenze complementari e non uguali. In ogni caso, difficilmente due/tre persone potranno ricoprire in maniera efficace tutte le figure professionali necessarie per fare bene!

In questi casi la soluzione più comune si chiama outsourcing. In italiano si può tradurre con esternalizzazione, ovvero affidare parte del proprio processo produttivo a entità terze, esterne alla propria azienda.

Prima di affrontare il tema dell’outsourcing per le startup, vorrei ricordare e consigliare a tutti i team di provare a “completarsi” prima di rivolgersi all’esterno. In poche parole, quando formate il team provate a tirare dentro persone con professionalità diverse, ne “bastano” quattro: 1 programmatore bravo, 1 (mezzo)programmatore capace di occuparsi anche della parte gestionale, 1 grafico ed 1 che capisca di usabilità. Se partite con un team di questo tipo, in “teoria”, dovreste fare meglio e prima di altri..ma non è detto che due sole persone non possano far meglio di quattro!

In genere, una startup è fondata da almeno due persone. Nella maggior parte dei casi, queste persone sono tecnici. Se fossero due economisti, ad esempio, allora converrebbe far entrare nel team dei tecnici. (vedi paragrafo precedente)
Storicamente, i tecnici non sono bravi grafici e neanche bravi a valutare l’usabilità di una interfaccia. Per questo motivo, nella maggior parte dei casi, una startup si rivolge al mondo dell’outsourcing soprattutto per la grafica e l’usabilità. Ad esempio, 99designs è una ottima risorsa per arruolare grafici professionisti.

Sull’usabilità, per esperienze personale, vi sconsiglio di affidarvi a persone che si presentano come grafici e poi dicono che sono bravi anche nel valutare l’esperienza utente. Essere esperti in grafica è diverso da essere esperti in usabilità.

Un altro caso in cui si ricorre spesso all’esternalizzazione è quello del SEO (Search Engine Optimization). Personalmente ho avuto una pessima esperienza con un gruppo di “esperti” di SEO che si trovano in India. Per farla breve, ho perso tempo e denaro.

Così come il SEO, anche per le attività di marketing e PR (Public Relations), in genere, ci si rivolge all’esterno. Il giorno in cui farete seriamente marketing e PR internamente, vorrà dire che non siete più una startup :)

Diciamo che in generale, almeno a livello startup, vengono esternalizzate un pò tutte le attività tranne, ovviamente, lo sviluppo della parte core.

Vediamo adesso i vantaggi e gli svantaggi dell’outsourcing.

Come vantaggi sicuramente la capacità di scalare le risorse in base alle esigenze. Si pagano le risorse solo quando c’è effettivamente bisogno. Inoltre, potendo ogni volta scegliere il professionista di turno, si ha sempre la possibilità di trovare la persona giusta in base al budget a disposizione. In un unico concetto direi che l’outsourcing, se gestito bene, abbatte i costi di produzione e rende la struttura dell’organico snella e agile. Oggi siamo in 3, domani in 6, tra una settimana torniamo in 3.

Come svantaggi, secondo me, il più dannoso è l’impossibilità di costruire un know-how solido all’interno della startup. Affidarsi tutte le volte a persone nuove ed esterne, vuol dire investire in una risorsa che produce qualcosa ma che non apporta conoscenza all’interno del team. Inoltre, tutte le volte bisogna sperare di trovare la persona giusta, il professionista valido, che non fa perdere tempo e denaro.
C’è anche un altro aspetto, spesso sottovalutato, ovvero la lingua. Con piattaforme come odesk, ad esempio, è possibile contattare persone da tutto il mondo. Oggi capita il cinese, domani il bulgaro, poi il turco e poi il russo. Purtroppo, non tutti conoscono bene l’inglese e questo problema, spesso, è una barriera.

Per concludere, credo che l’outsourcing, se usato bene, sia un ottimo sistema per portare avanti la startup sostenendo costi adeguati.

Il mio consiglio è di affidare all’outsourcing sempre parti NON importanti del proprio progetto. Mai far sviluppare pezzi di codice core, va bene per componenti periferiche. Per tutto il resto, se non si ha nessuno nel team, allora potete affidare all’outsourcing un pò tutto. Dalla grafica, al marketing, all’usabilità, al SEO.

Ciao,
Stefano