mercoledì 25 maggio 2011

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Startup tecniche e non-tecniche

Più volte ho detto e scritto che, secondo me, il team è più importante dell’idea. Inoltre, ho sempre affermato anche che il team necessita di tecnici per poter avviare la startup in economia.

Oggi, in questo post, confermo tutto: il team viene prima dell’idea e avere tecnici tra i founder è un valore aggiunto.

Non posso, però, non soffermarmi sul fatto che, in Italia, buona parte delle startup che ho avuto modo di conoscere direttamente e non, ha un team di “non-tecnici”.

Ovvero, tra i founder ci sono economisti, avvocati, esperti di marketing, figure social e chi più ne ha più ne metta. Aprendo la pagina team di queste startup, si leggono sigle di ogni tipo: CEO, CFO, CMO, COO, CCD, CCC, CIA’CIA’…insomma, c’è proprio tutto ma non si vedono tecnici!

La prima cosa che mi viene in mente quando incontro startup di questo tipo è: “ma chi ha sviluppato il prodotto??”

Allora penso che, forse, gli gnomi del bosco magico esistono e sanno anche sviluppare.

Di questo tipo di startup, in Italia (sicuramente anche all’estero) ne esistono tante e, spesso, vanno anche molto bene. Più di quelle tecniche.

Ma allora, esiste o meno un modello ideale di startup??E’ vero che a parità di idea, una startup tecnica è più efficiente di una non-tecnica?

Questa è la domanda che da qualche tempo mi frulla per la testa. Proviamo a capirci di più.

Prima di tutto, personalmente, divido le startup in due categorie principali: tecniche e non-tecniche.

Quale sia la principale differenza dovrebbe essere chiaro, le startup tecniche hanno tra i founder dei tecnici che concretamente sviluppano il prodotto. Le startup non-tecniche hanno tra i founder tutte le figure possibili e immaginabili, ma nessun tecnico.

Tipicamente le startup tecniche sono composte da 2 a 4 persone. Spesso tutti nerd che sviluppano. Questa tipologia di startup, la conosco abbastanza bene.

L’altra tipologia, quella “non-tecnica”, è un mondo sconosciuto per me e mi piacerebbe capirci di più.

Parlando con qualche startup di questo tipo ho intuito che il loro iter è più o meno il seguente:

1. individuata l’idea/prodotto vengono ingaggiati in outsourcing dei tecnici per sviluppare il prodotto. In base allo stato della cassa, ricorrono a studenti universitari, freelancer, piattaforme crowd o amici di amici.

2. mentre il prodotto viene sviluppato, i founder già si occupano di promuoverlo e di venderlo. Prima ancora di averlo terminato. Spesso li trovi presenti a tutte le conferenze, tutti gli eventi, girano l’Italia e il mondo per promuovere la loro idea. TUTTI, non uno o due, ma TUTTI. (questa osservazione è detta con un pizzico di invidia…anche a me piacerebbe…)

3. a prodotto finito, tipicamente sono bravissimi nella fase di lancio e continuano più di prima a promuovere e vendere il loro servizio e chiudere accordi.

Sono, quindi, due modi completamente diversi di vivere l’esperienza startup.

Da un lato si punta molto sul prodotto, dall’altro si punta sul saper vendere il prodotto.
Ognuno, giustamente, gioca le proprie carte..

Provando ad analizzare pro e contro delle due tipologie:

- Pro:

Tecniche: sviluppando direttamente il prodotto si ha un punto di vista privilegiato. Generalmente i prodotti sono più solidi e più curati. Il know-how rimane interno alla startup. Tipicamente lo sviluppo costa meno. Possibile puntare su barriere all’ingresso di tipo tecnico e di ricerca.

Non-tecniche: prima ancora di essere realizzato, il prodotto è già sul mercato. Tempi di realizzazione mediamente inferiori perchè non c’è la cura maniacale dei dettagli. Maggiore capacità di valutare il mercato e le opportunità.

- Con:

Tecniche: maggiore difficoltà nel promuovere/vendere la propria idea. Maggiori tempi di sviluppo, spesso si perde il focus: da tecnici la voglia di aggiungere 1000 funzionalità è sempre tanta.

Non-tecniche: il know-how non è un asset interno, soprattutto se lo sviluppo viene affidato a piattaforme crowd. Molto difficile creare barriere all’ingresso di tipo tecnico.

Ovviamente questi non sono tutti i pro e i contro, ma solo i principali secondo il mio punto di vista.

Provando a tirare le somme, entrambe le tipologie sono assolutamente valide. Quale scegliere dipende solo dalle attitudini del team.

Alla fine, mi viene in mente una famosa frase de “Le Satire” di Orazio: “Est modus in rebus”. Sarebbe l’ideale avere un team composto da tecnici che sviluppano e da non-tecnici che promuovo, vendono e organizzano.

Sembra banale…ma non lo è!

Buona startup a tutti!
Stefano Passatordi
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giovedì 19 maggio 2011

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Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa: Questionario per startup


Qualche giorno fa, un gruppo di ricercatori della Sant'Anna di Pisa mi ha contattato circa un questionario che vorrebbero sottoporre alle startup italiane per capire quali sono i problemi attuali e quali le possibili soluzioni.

Il questionario si compila in pochissimi minuti e credo che sia una ottima occasione per raccontare i "problemi" di noi startuppari :)

Spero che in tanti risponderete al questionario.

Ricordate che il cambiamento inizia proprio da noi!

"Siamo degli studenti della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, stiamo svolgendo attività di ricerca su startup, spin-off e PMI technology based al fine di capire quali siano i principali bisogni/necessità di queste realtà aziendali.
Il questionario richiede solo pochi minuti.
La ringraziamo per la disponibilità.

Studenti Master MAINS"

Link: inizia il questionario

Grazie a tutti,
Stefano Passatordi

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